giovedì 5 maggio 2011

Un piccolo delirio autobiografico

Prima della poesia vera e propria, un chiarimento: il cosiddetto genere comico-realistico fa parte della tradizione italiana fin dalle sue origini, ha avuto celebri praticanti e ha dato vita a opere celberrime.
Quindi sì, anche temi del genere possono essere oggetto di poesia.
Per quanto la poesia in questione sia... diciamo che vi lascio direttamente alla lettura della stessa, ecco.


Reca il calzare canina una traccia -o
di gatto? L'ignoro-
Presa al mattino correndo veloce,
-Oh lasso, incurante
Delle sorprese marroni che cela
la strada- allorquando
Blu si vedeva già prossimo il pullman
Scattante, ed io dietro,
Spinto a raggiungerlo ignaro del peso
Portato, ben greve,
Sopra le spalle abituate a ben altro.
La corsa mi rese
Solo -terribile errore- ai miei passi
Rivolto, tapino, in
Nulla badavo a quel luogo laddove
Posavo le suole.
Presi la merda col piede. Ed allora?
Che cosa m'importa
Ora dell'esile traccia animale,
Del dono rimasto
Sotto la suola di gomma, sgradito?
Da tempo ho rimosso
Quanto potevo, e la puzza è discreta
-Nessuno s'accorse
Oggi fetente del dono che porto,
Non lascia più segni.
Presto potrò con la balsa sottile,
Flagello alla placca,
Tutta pulire la suola di gomma.
Non vedo il problema.

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