martedì 7 febbraio 2012

Dopo un mese, il ritorno

Sì, è stato più di un mese in effetti, ma era una pausa necessaria: dal 26 di dicembre fino al 26 di gennaio, infatti, sono stato impegnatissimo con la stesura della tesi. Solo nell'ultima settimana ho trovato il tempo di riprendere in mano qualche poesi lasciata in sospeso, e solo oggi ce la faccio nuovamente ad aggiornare il blog. E non preoccupatevi: ho materiale pronto per almeno altre due settimane.

La poesia di oggi è stata scritta nel giro degli ultimi cinque giorni, e trae spunto da un incontro, stavolta deliberato, che ha in qualche modo riaperto vecchie ferite e vecchi ricordi.


Piove. Spalancano i cieli le nubi
E freddo di goccia un
Manto ricopre ogni cosa di specchi
Gelati. Mi scopro
Arido, privo del fuoco bruciante
D'un tempo, perfino
Privo del gelo che prese il suo posto.
Nei campi, sui prati,
Cresce a rigogli un'erbetta sottile;
Nei monti lontani
Cade la neve gelata, la vita
Si copre di morte. E
Pure, nell'animo mio, lacerato in
Passato, non svetta il
Verde dell'erba, e neppure, coperto
Di candida neve,
Dorme il silenzio d'un sonno di morte.
Ma tristo, provato
Lungo la vita da molte ferite,
Dolente e confuso,
Simile sono nell'animo al suolo,
Seccato e dissolto,
Dove la vita non cresce, portata
Da piogge gentili,
Dove la neve non stende alcun manto
Di candida morte,
Dove la terra riarsa dal sole
Non coglie le gocce, e
Scioglie ogni brina mordendone il cuore
Con fesso calore.
Sono il deserto, la pace dei sensi un
Miraggio crudele.

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