lunedì 16 maggio 2016

Con gli occhi dischiusi

Sinceramente, invidio chi ne è capace, invidio chi riesce a lasciarsi tutto alle spalle. Con una stoccata di invidia mascherata da superbia, trincerandomi dietro la pseudocitazione da Voltaire, potrei dire che la felicità è qualcosa di raggiungibile tanto più rapidamente quanto più si è stupidi, che solo gli imbecilli non riflettono sul proprio passato, che costoro sono destinati a compiere di nuovo gli stessi errori, e tante altre sagge banalità.

Ma la verità è che in questo ultimo anno mi avrebbe fatto comodo la capacità di lasciarmi davvero alle spalle una relazione tossica, una relazione che a lungo ho cercato e a cui ho dovuto porre termine, nonostante ci tenessi tanto, per preservare quelle briciole di me che amo considerare "me stesso".
E invece, nonostante avessi chiuso, nonostante sia stato in grado di chiudere davvero con la persona, non sono riuscito a non chiudere fuori, assieme a lei, anche la parte di me che l'amava, la parte di me che ha il coraggio di amare e di farsi amare.
Si va avanti, ma il tempo andato ha trascinato con sé le sue occasioni perse.


Ho permesso
Che il tempo consumato
Consumasse anche i miei giorni futuri,
Rinchiuso in un presente di cristallo
Fragile
Guardavo il mondo da vetri scheggiati.

Giro di vita, giro di chiglia,
Lontano dalla parte di me
Donata per amore, perduta
Nei riflessi di un amore sbagliato.
Dare per donare,
Donare
Senza ricevere in cambio,
Abbandonare, e abbandonarsi.

Quante lune, solitarie, sofferte
Per capire, per comprendere e amare
Di nuovo se stessi
Ed il mondo di fuori? Alzo lo sguardo,
Non vedo orizzonti.
Soltanto le stelle, e la terra, il cielo.

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